Dopo il caso autovelox, in più parti in Italia questi dispositivi vengono messi sotto accusa. Quelli usati solo per fare cassa sembrano essere fin troppi.
Gli autovelox sono guardati con forte sospetto da tanti, che li ritengono solamente un modo, per questa o quella amministrazione comunale, di fare cassa in maniera indiscriminata a discapito dei conducenti. In certe circostanze la presenza di un autovelox può risultare fin troppo invasiva, penalizzante ed anche ingiustificata.
Perché magari un impianto di rilevazione automatico della velocità si trova in un tratto di strada dove la situazione non lo richiederebbe. E non è un caso se più volte sono state intentate delle class action e dei ricorsi contro le multe ricevute per colpa dell’autovelox.
Secondo recenti dati statistici poi, il numero di autovelox presenti in Italia sarebbe spropositato. Ingiustificatamente altissimo, addirittura più degli Stati Uniti se rapportati ad una proporzione che riguarda abitanti e densità di dispositivi per chilometro quadrato.
Se c’è qualcosa che dunque non suscita affatto la fiducia dei cittadini, sono proprio queste macchine. A conferma di tutto ciò, ci sono delle situazioni che sarebbero sul punto di conoscere un aggiornamento. E con tutta probabilità la cosa farà scuola anche in molte altre aree del nostro Paese.
C’è un tratto di strada in Liguria, che collega Savona con la Val Bormida e che passa sulle locali Strade Provinciali 42 e 29. Ebbene, qui c’è un numero di dispositivi autovelox fin troppo numeroso. A quanto pare le amministrazioni comunali che esercitano la loro giurisdizione negli spazi interessati dove passa la via asfaltata in questione starebbero pensando di toglierne alcuni.
Magari per ricollocarli in altre parti del territorio dove invece si che ci sarebbe bisogno di uno strumento tale da inibire gli automobilisti più intraprendenti dal premere il piede a tavoletta sull’acceleratore. Anche il presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, ha confermato questa anomalia.
I troppi autovelox stanno causando dei problemi, fermo restando che invece altri Comuni avrebbero avanzato richiesta per installare dei dispositivi dove invece mancano. E per dare un esempio delle controversie legate agli autovelox, a Padova c’è una inchiesta ufficiale da parte della locale Procura in relazione all’utilizzo di macchinari irregolari.
La cosa è nata a seguito di diverse denunce, con il fascicolo che riguarda decine e decine di autovelox non omologati dei quali alcuni Comuni si sarebbero serviti per fare soldi da multe immotivate. C’è una ipotesi di reato per falso ideologico.
E sulla Strada Regionale 53, che passa per le varie località di Cittadella, Carmignano di Brenta, Fontaniva e Galliera Veneta, si trovano ben 12 autovelox nel ristretto raggio di 15 chilometri. Praticamente quasi uno a chilometro.
Tutti quanti riportano un limite massimo di velocità di 70 km/h e la strada in questione viene descritta come ampia, larga, priva di fondo sconnesso e sicura. Sono pochi gli incidenti che hanno luogo lì ogni anno. Eppure ci sono ben 12 autovelox, che hanno fruttato ai Comuni interessati 17 milioni di euro tra il 2012 ed il 2023.
Cosa guida Valentino Rossi lontano dalle piste? Un modello che riflette il suo lato più…
Gli accessori per motociclisti più utilizzati in Italia riflettono un mix di sicurezza, comfort e…
Yamaha T-Max e Honda SH si contendono il mercato degli scooter, ma qual è il…
Matteo Salvini e la passione che non ha mai nascosto al pubblico: un lato meno…
Le novità di EICMA 2024 celebrano il meglio del motociclismo: modelli iconici, innovazioni elettriche e…
Un viaggio nei record di Marc Marquez in MotoGP, dalle sue vittorie ai primati che…