Altra sentenza significativa quella appena arrivata. E’ l’ennesima conferma del cambiamento in atto per quanto riguarda gli Autovelox
Mentre prosegue l’iter di approvazione del nuovo Codice della Strada, una riforma fortemente voluta dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, continuano ad arrivare conferme importanti per quanto riguarda le nuove modalità di funzionamento degli autovelox e la validità delle multe emesse dai dispositivi di controllo elettronico dei limiti di velocità.
Lo scorso maggio con un decreto interministeriale Infrastrutture/Interno sono state disciplinate le nuove modalità di collocazione e uso degli autovelox. Tra le novità apportate, è stata stabilita la distanza minima che deve esserci tra un dispositivo e l’altro in modo da evitarne la proliferazione, la segnalazione ad almeno 1 km di distanza e l’impossibilità di installazione nelle strade urbane con limite di velocità già inferiore a 50 km/h.
Importantissima ai fini della regolamentazione degli autovelox è stata l’ordinanza 10505/2024 della Corte di Cassazione che ha stabilito, essenzialmente, la nullità delle multe scaturite dalla rivelazione della velocità effettuata da dispositivi non omologati. L’omologazione consiste nel riconoscimento ufficiale della conformità tecnica e legale di un autovelox certificata da un ente terzo. Una procedura diversa dall’approvazione del dispositivo che arriva da un differente percorso prevalentemente burocratico che non dà garanzia sulla sua affidabilità.
Nuova sentenza Autovelox: altro ricorso accolto
Se precedentemente i due termini omologazione e approvazione venivano sostanzialmente equiparati, ora la Cassazione ha fatto chiarezza sulla loro distinzione, decretando la nullità “delle risultanze provenienti da apparecchi non debitamente omologati.”
Nel timore di un’ondata di ricorsi per l’annullamento delle multe precedentemente emesse, sono stati numerosi i Comuni che hanno deciso di spegnere gli autovelox non omologati in attesa di un regolamento specifico che stabilisca le procedure da seguire per l’omologazione degli stessi. Al momento, la situazione è sfavorevole a chi installa gli autovelox anche nel caso di multa che sforano ampiamente i limiti di velocità imposti in un determinato tratto stradale.
L’ultima conferma arriva dalla sentenza emessa da un giudice di pace di Gorizia di cui dà notizia ilgoriziano.it. Un automobilista è riuscito a farsi annullare una multa da 565 euro per eccesso di velocità in quanto l’apparecchiatura utilizzata per la rilevazione non era debitamente omologata e pertanto non legittimata all’emissione di una sanzione. Stando a quanto riporta la fonte citata, l’automobilista sarebbe transitato a 113 km/h su un tratto con limite a 50. Nonostante i 63 km/h di sforamento, un dato piuttosto alto, l’automobilista ha ottenuto l’annullamento del provvedimento emesso nei suoi confronti.
Una sentenza che non è piaciuta a Claudio Fratta, sindaco di San Canzian D’Isonzo, località dove è installato il dispositivo “contestato”. Il primo cittadino ha specificato che, sebbene esistano vizi di forma che possono scaturire in un annullamento delle multe degli autovelox, transitare a oltre 100km/ nei pressi di un incrocio rappresenta un grave rischio per la sicurezza stradale indipendentemente dalla presenza/legittimità dei rilevatori della velocità.