Il primo turno del Motomondiale è andato, vediamo nel dettaglio chi ha fatto cosa, e quali potrebbero essere gli spunti di discussione verso la prossima tappa, a Jerez tra 19 giorni.
MotoGP
Partiamo subito dalla classe regina, che domenica sera dopo 18 giri di noia ci ha fatto vivere qualche emozione. Stoner è partito bene ed ha subito preso la testa del gruppo, ma forse ha gestito male il suo vantaggio, probabilmente è “solo” un fatto di gomme, però il pilota australiano è stato inesorabilmente infilato da Jorge Lorenzo e da Dani Pedrosa a tre giri dal termine, finendo la gara furibondo in terza posizione. Beh, almeno ci siamo divertiti un po’, perchè per tre quarti è sembrato di assistere alle gare del 2011, con Stoner che corre per i fatti suoi ed il resto del mondo a spartirsi le briciole.
Crisi Ducati?
Filippo Preziosi dopo le qualifiche di sabato, che vedevano Valentino Rossi 12°, disse amaramente che la colpa era da imputare al team Ducati e non al pilota, perchè, parole sue “un pilota con il suo curriculum (9 volte campione del mondo ndr), non si discute“. Cosa c’è di vero in questa dichiarazione? Tra chi da per finito Rossi e chi da per scarsa la Ducati, c’è tutto il mondo, ma c’è anche una considerazione da fare, effettivamente non è facile discutere un pilota così vincente, altrimenti di cosa stiamo parlando? Di aria fritta?
Rossi ha un evidente problema di feeling con la Ducati, un problema che dopo un anno non vede ancora la fine del tunnel, buttando il pilota italiano al 12° tempo in qualifiche e addirittura 10° in gara, con 33 secondi di ritardo all’arrivo. Un abisso!
Ma Rossi non può essere diventato brocco tutto d’un colpo, come non deve ingannare il fatto che Hayden sulla Ducati stia ottenendo migliori risultati del suo collega. Hayden sulla Ducati c’è da parecchio, ed inoltre è un pilota molto diverso da Rossi, poichè Valentino è un perfezionista e la moto la deve disegnare su se stesso per dare il meglio, la Ducati deve diventare “tailored” per Rossi, come lo era la Yamaha, ed allora si che potremo verificare se Rossi sia ancora competitivo o meno, ma fino ad allora, dobbiamo solo sperare che il team Ducati riesca a fare questo sforzo “finale”. Probabilmente potrà essere d’aiuto analizzare i dati di Hayden e di come il pilota americano ha “configurato” la sua GP12 per trovare la quadra, o almeno per andarci vicino.
E gli altri italiani?
Beh partiamo da Andrea Dovizioso, che dopo una gara eccellente si trova a farsi soffiare la quarta posizione da Cal Crutchlow (suo compagno di squadra), dopo averlo tenuto a bada per quasi tutta la gara, in un duello che sembrava infinito. Il pilota Yamaha ha però speso troppo per contrastare il suo avversario, rimanendo staccati entrambi dal gruppo di testa, ben 17 secondi infatti hanno separato la coppia Yamaha Monster Tech 3 dal vincitore, Jorge Lorenzo. Tuttavia, Andrea ha dimostrato come sia ormai consolidata la sua presenza nei piani alti della classifica, proprio come quando era in Honda.
Danilo Petrucci, Mattia Pasini e Michele Pirro hanno patito il gap di esperienza e di affidabilità delle nuove CRT, con il solo Pasini in grado di portare a termine la gara, terminata anzitempo per Petrucci e Pirro. Problemi di inesperienza delle moto, non dei piloti, che si trovano a gestire moto nuove, da sgrezzare, da rendere competitive.
Moto2 e Moto3
La gara più emozionante per un tifoso italiano è stata senza dubbio quella di Moto2, dove Andrea Iannone (Speed Master) al quale dedichiamo questa copertina, ha sfiorato la vittoria, che sarebbe stata ampiamente meritata, e che gli è sfumata sul rettilineo finale per 61 millesimi di secondo, a favore di un perfetto Marc Marquez che non ha esitato a dare il massimo nell’unico punto in cui poteva far valere la sua maggior potenza in velocità, come non ha esitato quando ha chiuso e mandato lungo Thomas Luthi nelle battute finali, per spodestarlo dalla vetta. Buona la prova di Simone Corsi sulla FTR della Came IodaRacing Project, che ottiene un buon 8° posto.
Anche in Moto3 il tricolore ottiene un secondo posto eccellente, è quello del giovane Romano Fenati (Team Italia FMI), capace di tenere testa al favorito Maverick Viñales, contendendogli il primato fino al 12° giro, quando lo spagnolo prende il via e lascia dietro tutto il gruppo. Fenati ha il merito di crederci e di resistere all’assalto di Sandro Cortese.
Ora una breve pausa e tra 19 giorni (anzi meno, 16), lo show del Motomondiale ripartirà sul circuito di Jerez de la Frontera, per la seconda tappa.
Fabio Gentile