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Shock in MotoGP, Stoner: “stress e noia, smetto a fine stagione”

Casey Stoner non finisce mai di stupire, dopo le imprese in pista ecco arrivare la bomba dell’anno per il Motomondiale, l’annuncio del ritiro in sala stampa a Le Mans, un annuncio precoce, dopo sole 3 gare disputate, che rischia compromettere ancora di più una MotoGP in difficoltà.

Le ragioni del ritiro sono le ragioni del cuore, Casey deluso e annoiato, è sembrato stanco di questo “circus” che in un certo senso “non gli appartiene”.

Le avvisaglie c’erano già state, fin dalla pre-stagione, quando il pilota australiano è apparso restìo a tornare in pista nei test ufficiali, rinunciando a stare in Svizzera, tra le Alpi, insieme alla sua famiglia. Si scoprirà poi che c’era proprio un accordo con la Honda, ovvero il pilota aveva ricevuto il benestare di poter passare più tempo possibile insieme alla famiglia, allargatasi nel frattempo con la nascita di Alessandra Maria.

Il campione del mondo in carica spiazza tutti con il suo annuncio, anche se Capirossi svela “aveva sempre detto che voleva smettere presto, ha dimostrato una grande personalità“. Ciononostante lo sgomento di Rossi e Lorenzo, in sala stampa, era palpabile. L’addio di Stoner stravolgerà il campionato in corso e ci proietterà già, tra l’altro, nel “motomercato 2013“, un assurdo che batte persino il famoso addio di Rossi alla Yamaha annunciato nel 2010 in agosto che aprì le danze dei piloti con 3 mesi di anticipo.

Le ragioni del cuore dunque, cioè il desiderio di Stoner di fare altro ma soprattutto di farlo con la moglie Adriana (sposata nel 2007) e con la figlia, che sembra essere stata semplicemente la motivazione che gli ha consentito di fare più serenamente questa scelta. Una scelta difficile, lasciare il Motomondiale nel quale si è protagonista assoluto a soli 27 anni (da compiere), rinunciando a milioni di dollari di ingaggio, non è da tutti, ed anche in questo il pilota australiano, che fino a pochi anna fa veniva chiamato ironicamente “Rolling Stoner” per le sue cadute, ha dimostrato di essere davvero una sorta di “pesce fuor d’acqua” nella MotoGP.

Rolling Stoner, un nickname che cela molto più di quello che può sembrare a prima vista uno scherno verso un pilota “dalla caduta facile”. Anche questo ha contribuito a far prendere la decisione a Casey, non il nomignolo in se, per carità, ma la mancanza di rispetto che lui ha sentito verso di se da parte del circus. Lo dice lui stesso, si parte addirittura dal 2009, quando a causa di un’intolleranza alimentare dovette saltare tre gare, e più di uno lo additò come “malato mentale“, oltre che pilota dalla caduta facile. Insomma, stiamo parlando di un pilota un po’ atipico, un pilota genuino, forse ingenuo, che non ha la corazza o la forza di altri piloti di passare in mezzo alle critiche, e forse proprio la famiglia in questi anni ha giocato un ruolo fondamentale, creandogli una campana di vetro per proteggerlo dal mondo del professionismo sportivo, inducendolo a fare una scelta di questo tipo.

Altra motivazione “di facciata” ma comunque rilevante e di attualità per la MotoGP attuale è la “noia” che ha avvolto il campionato negli ultimi anni, raggiungendo forse nel 2012 il suo apice con l’introduzione delle CRT.

Stoner ha dichiarato di non provare più l’emozione di una volta nel correre e di non gradire l’introduzione di moto non competitive come le CRT in un campionato che ormai regala poche emozioni, pochi sorpassi, poca qualità, dove le case ufficiali sono sempre meno (3) e nel complesso tutto sembra diventato di colpo più noioso, meno intrigante.

Casey Stoner quindi lascia la MotoGP con 2 titoli iridati nella classe regina, che potrebbero diventare 3 visto come è iniziata questa stagione, ma soprattutto lascia un vuoto facendo un botto senza precedenti nella storia del Motomondiale.

Strana gente questi australiani, andando indietro nel tempo, neanche di tanto, quattro anni fa, troviamo corrispondenza in Troy Bayliss, pilota australiano che con tempi diversi (39 anni) ma motivazioni simili (la famiglia), decise di lasciare il campionato Superbike da vincente andando a conquistare il terzo titolo mondiale proprio nell’anno del suo ritiro. Il vuoto lasciato da Bayliss fu tale che il board della SBK ritirò dalle corse il n. 21, chissà che la MotoGP non decida di fare altrettanto con il n. 27 di Casey Stoner.

Fabio Gentile

Redazione

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