Dieci anni fa veniva a mancare Daijiro Kato, pilota giapponese 26enne del team Honda Gresini che era destinato a diventare uno dei piloti più forti al mondo, capace di vincere 17 gran premi sui 36 disputati in classe 250 tra il 1996 ed il 2001, laureandosi campione del mondo nel 2001 alla sua seconda stagione da protagonista, dopo il 3° posto conquistato nel 2000 (dal 1996 al 1999 aveva partecipato solo come wild card sempre durante il GP del Giappone ottenendo 2 vittorie, un terzo ed un quinto posto).
Daijiro Kato passa in MotoGP nel 2002 sempre in seno al team Honda Gresini che punta su di lui come nuovo astro nascente del Motomondiale tanto da affidargli la moto ufficiale, la Honda RC211V, a campionato in corso, al posto della vecchia NSR500.
Kato non delude le attese e termina il campionato al 7° posto ottenendo il titolo di “rookie dell’anno”.
La scomparsa del pilota avviene il 20 aprile del 2003, dopo 14 giorni di coma, in seguito ad un terribile incidente avvenuto nella gara inaugurale durante il Gran Premio del Giappone, quando verso la fine del 3° giro, all’uscita della curva 130R, perde il controllo della moto e va a sbattere a 140km/h contro il muro che si trova prima della chicane.
Il team Gresini e tutto il mondo del Motomondiale ricorda la scompara del pilota ogni anno e quest’anno in particolare, nella ricorrenza del primo decennale dalla sua scomparsa, la scuderia italiana scenderà in pista con il numero 74 (il numero di Kato) sulla livrea.
Fausto Gresini
“Il 20 aprile è per tutti noi è una data molto triste perché dieci anni fa scomparve, in quel tragico incidente in Giappone, Daijiro Kato. Oggi noi lo vogliamo ricordare come lo abbiamo conosciuto, con il sorriso che ci regalava in quei momenti bellissimi quando vinceva ma anche nelle serate lontano dai Gran Premi. La sua semplicità ed il suo modo estroso di proporsi erano due straordinarie componenti del suo modo di essere. Oggi il 74 sarà sulle carene delle nostre moto. Un dovuto omaggio ad un grande campione che resterà per sempre nei nostri cuori e che desideriamo sia ricordato nel tempo.”