Oltre vent’anni di una carriera costellata di vittorie, emozioni, adrenalina e di sana bagarre, questo è quanto troverete nell’autobiografia di Max Biaggi – Oltre, nelle pieghe della mia vita – scritta con la collaborazione del giornalista ed amico Paolo Scalera.
Il libro che ha come protagonista il centauro romano è stato presentato giovedì 28 ottobre,a Roma, davanti a centinaia di tifosi accorsi ad acclamare certamente il pluricampione, ma anche e soprattutto la persona Max Biaggi. Raccontare la propria vita non è certamente facile, specialmente per un uomo che come Max si definisce chiuso e riservato; il pilota stesso, infatti, ha sottolineato come non sia stato facile convincerlo inizialmente e come, però, questo libro sia arrivato nel momento giusto, una volta appesi casco e guanti al chiodo (almeno ufficialmente), in cui è in grado di raccontarsi senza subire pressioni di alcun tipo.
Un ragazzo, poi diventato uomo, Max che ha scoperto l’amore per le due ruote un po’ per caso, che in realtà aveva immaginato diversamente la propria vita, magari giocando nella Roma, sua squadra del cuore. L’adrenalina che si nasconde nelle gare motociclistiche, però, ha avuto la meglio e così a 18 anni, la carriera del pilota ha ufficialmente inizio; un inizio non facile con tutte le spese che tale sport comporta, ma per Max, che ora ha finalmente chiaro in mente il proprio futuro, ogni sacrificio varrà la meta tanto ambita, inizia così a lavorare per permettersi una moto. Il corsaro, così come iniziò successivamente ad essere chiamato dai propri tifosi, appare sin da subito veloce e talentuoso agli occhi di chi guarda le gare abitualmente. Tale predizione non viene smentita e, negli anni che intercorrono tra il 1994 ed il 1997, Max Biaggi si incorona Campione del Mondo nella classe 250cc.
Il passaggio alla 500cc, e successivamente alla MotoGP, non si fa attendere; qui non riuscirà a confermare il proprio primo posto ma chiuderà comunque svariate stagioni nelle prime tre posizioni. A questo periodo risale la più grande rivalità attribuita al Corsaro, quella con un giovanissimo Valentino Rossi, una difficile convivenza la loro; così è stata commentata dallo stesso pilota: “La nostra rivalità è stata voluta e cercata soprattutto da lui, nei primi anni, ad uso e consumo dei media quando ha avuto bisogno di costruirsi il suo personaggio. Comunque nel libro sul tema troverete tante cose simpatiche…”.
Lasciata la classe regina del Motomondiale, dopo un anno sabbatico, è la volta del debutto in Superbike, con le derivate di serie, nel 2009. A tale stagione risale uno dei tanti aneddoti presenti nel libro: “Parliamo di scaramanzia.” – dichiara il sei volte campione del mondo – “E’ la stagione del debutto in SBK, con Aprilia. Siamo a Valencia nel 2008 per il primo test privato in vista del Mondiale 2009. Il problema è serio: come sanno tutti gli italiani non si iniziano le cose di lunedì o di venerdì. E invece il test è programmato proprio per un lunedì. Non avevano fatto i conti con la mia testardaggine. Così, parlo prima con i tecnici e i meccanici e poi insieme con i vertici dell’Aprilia e ci viene in mente di fare una ‘mattata’. La domenica sera mi preparano la moto, tiriamo su la serranda dei box e io in jeans e scarponcini faccio un giro al buio, a luci rigorosamente spente. Pioveva e io andavo al minimo, non si vedeva nulla. Il debutto era salvo. E infatti due mondiali li abbiamo portati a casa.”
I due mondiali a cui fa riferimento Max Biaggi sono quelli del 2010 e 2012, appunto in sella all’Aprilia Superbike. Così, con sei titoli mondiali ed oltre 60 vittorie complessive, a novembre del 2012 Max il pilota decide di ritirarsi ed iniziare probabilmente un’altra fase della propria vita. Biaggi descrive così i mesi di lavoro dedicati alla stesura del libro: “E’ stata dura, ci sono voluti mesi per trovare il giusto equilibrio, scegliere cosa e come metterlo su carta. Le prime due, tre volte siamo rimasti inchiodati al punto di partenza. Solo successivamente sono riuscito a liberarmi, grazie anche all’impegno dell’autore, un amico, certo, ma sempre un giornalista, non l’amico del cuore a cui racconti tutto. Lentamente mi sono rassicurato, la confidenza è arrivata in maniera naturale e abbiamo cominciato a divertirci.”.